Il soutache non è sicuramente una tecnica di nuova invenzione, piuttosto lo è l’idea di utilizzarla nella lavorazione dei bijoux. Nel passato questa tecnica veniva anche detta “Spiga Russa” e trova le sue origini proprio in Russia, dove veniva utilizzata nella produzione degli alamari utilizzati nelle divise e nelle casacche militari. Soutache, prende il nome dalla parola sutasz-sujtas, di origine francese che a sua volta deriva dalla parola ungherese sujtas, che significa treccia usata per ornare un materiale ritagliato o anche detta treccia a spina di pesce.
Questa tecnica è molto antica e ci riporta all'Est Europa , Russia e Polonia, ai tempi in cui venivano decorati gli abiti degli Zar.
Da noi la tecnica arriva prima in Francia nel 1900, poi, in seguito anche in Italia e fu utilizzata per ornare i costumi del film “Il gattopardo” di Luchino Visconti

Il soutache è una tecnica di lavorazione della passamaneria che durante l’assemblaggio include anche altri componenti. Nella realizzazione dei bijoux, ad esempio, si aggiungono pietre, castoni, cabochon ed ogni altro componente che possa renderlo un oggetto unico ed elegante. La passamaneria, in genere, si unisce tramite punti con ago e filo fatti in modo tale da creare un gioiello armonioso nella sua forma e dove i punti non sono ben visibili. Normalmente come passamaneria si utilizzano quelle che sono note a tutti come piattine per il soutache.
Si deve la diffusione di questa tecnica ad una bravissima creativa israeliana, Dori Csengeri, conosciuta in tutto il mondo per le sue meravigliose creazioni.